I ragazzi sognano in technicolor by Erika Anna Savio

I ragazzi sognano in technicolor by Erika Anna Savio

autore:Erika Anna Savio [Savio, Erika Anna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Moccia, D'Urbano, tre metri sopra il cielo, General, Torino, anni 80, romanzo di formazione, adolescenti, ottanta, tossicodipendenza, notte prima degli esami, Fiction, adolescenza
ISBN: 9788833211619
Google: FwKmEAAAQBAJ
editore: astoria
pubblicato: 2023-01-09T23:00:00+00:00


18. Gli amici metallari – Luglio-agosto 1989

Dopo quella sera al vecchio lido della Confluenza, Lisa non vide più Luca per una settimana, e non riusciva a capire che cosa fosse andato storto, il motivo per cui fosse sparito. Le giornate di fine luglio s’inanellavano sonnacchiose; l’asfalto rovente pareva ricoperto d’acqua, i tetti rossi delle case tremolavano e il caldo ne sfocava i contorni.

Terry non era più tornato e, dopo un mese di terapia al consultorio, la mamma era rientrata al lavoro, mentre Yuri dormiva fino a tardi.

Lisa rimandava di continuo al giorno dopo le pulizie e i compiti, anche se, a volte, faceva il tentativo di aprire l’anta sotto il lavello. Metteva i detergenti in fila: Vetril, Viakal, sgrassatore, alcol, spugne, stracci. Ma poi ci rinunciava, si stendeva sul divano con le tapparelle abbassate e si dedicava ai prestiti della biblioteca.

C’eravamo anche noi, Il visconte dimezzato, La vedova nera (si innamorò dei gialli della collana di Nancy Drew); persino una decina di vecchi album di Batman, che la biblioteca stava rispolverando in attesa della grande uscita del film in autunno. Lisa leggeva tanto, tantissimo. Era il suo modo per sopravvivere. Ogni tanto una parte di lei, riottosa, cercava di sfuggire alle pagine stampate, all’odore di carta e colla; bastava che un personaggio la tradisse con discorsi noiosi o passi deludenti e subito nella sua testa riprendeva spazio il dramma di Luca: “Ho detto qualcosa che non dovevo dire. Gli sarò sembrata troppo appiccicosa. Anna mi aveva avvisata: Luca non è uno da storie appiccicaticce… oppure ha visto che sono una cacasotto. Forse l’ho guardato male quando si è messo a fumare quella roba puzzolente. Veronica dice che è coca ma io non voglio crederle”.

A quel punto, Lisa provava a voltare velocemente le pagine alla ricerca di momenti più coinvolgenti, di parole trascinanti. Se non li trovava, il libro era pronto per essere restituito alla biblioteca perché non serviva a salvarla dal buio.

A inizio agosto decise di accantonare Il falò delle vanità, che in biblioteca davano come “nuova acquisizione di valore”, però l’aveva delusa: aveva permesso che il pensiero della futura pancia della mamma riuscisse a occupare la sua mente.

“Me ne vergogno tantissimo. Diranno di chi è figlio e scopriranno che arriva da quella merda umana. Non voglio un fratello da quello schifoso, dopo quello che mi ha fatto. Che ci ha fatto.”

Mise il libro nello zainetto. Si lavò con foga i denti scrutandosi davanti allo specchio sopra il lavandino. C’erano schizzi di dentifricio ovunque, incrostazioni gialle di polvere. E i suoi denti davanti erano storti. Sembravano le ali di una farfalla storpia.

Andò a recuperare il Viakal e ne spruzzò un po’ a caso sulle piastrelle; passò la spugnetta gialla nelle fughe, giusto per sentirsi meglio. Strizzò e ripassò la spugna bagnata. Chiamò il fratello: “Yuri! Mi accompagni alla biblioteca? Quella dove c’è il parco giochi?”.

Posò la spugna, si sedette sul water.

“Luca. Perché?”

Dopo i primi giorni disperati in cui lo aveva cercato sia al Bar Smeraldo sia ai Giardinetti Blu aveva



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